venerdì 23 ottobre 2009

Clamidia - 37

Gila Hoffmann non aveva esattamente opposto resistenza all’arresto, quando Baumann e la Vogel le avevano detto di sapere che era stata lei a uccidere Hannele Sculte. Ma era fatta come un babbuino, e convincerla camminare si rivelò quasi subito un problema.

Era così fatta che purtroppo anche tutte le sue dichiarazioni di colpevolezza al processo non sarebbero state ritenute valide. Baumann e la Vogel non provarono nemmeno a registrarle, era fatica sprecata.

“So che è stata lei… come mai aveva di nuovo la sua medaglietta, altrimenti?”

“Quale medaglietta?” chiese Baumann, stancamente. “Dovrebbe proprio cercare di alzarsi, signorina.”

“Quella che le aveva dato lui, no? Ying e Yang.”

“Forse voleva dire Yin e Yang,” commentò Baumann, cercando di tirarla in piedi.

“Se l’era ripresa… me lo ricordo. Ma poi ce l’aveva di nuovo… era proprio quella, ma gliel’aveva presa Gunter!”

“Se adesso potesse venire con noi alla macchina…”

“Quella puttana! Gunter era mio… mio…”

“Mi creda, la sua confessione spontanea mi riempie di gioia, ma sarebbe meglio se la rilasciasse durante un interrogatorio formale. Forza, si alzi.”

Alla fine riuscirono a scortarla alla macchina.

Gila continuò a biascicare insulti contro la Sculte ancora per qualche minuto, poi si addormentò sul sedile posteriore.

Sembrava una bambina con l’influenza.

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