domenica 11 ottobre 2009

Clamidia - 23

Gunter Voigt,” lesse Baumann, dal fascicolo che aveva appena stampato. I suoi colleghi lo ascoltavano in silenzio. “Il suo omicidio è ancora aperto, tecnicamente, ma non è probabile che ci siano ulteriori progressi.”

L’ispettrice Vogel inclinò la testa da un lato. Baumann pensava che fosse piuttosto attraente, ma purtroppo era lesbica. “E noi ci stiamo interessando a lui perché questo poliziotto italiano ha detto…”

“Di interessarci. Esattamente, ispettrice,” la interruppe Schneider. “E inoltre perché è tutto quello che abbiamo. Continui pure, ispettore.”

“Secondo i nostri schedari ha iniziato a lavorare nel giro della prostituzione fin da ragazzino. Sua madre era del mestiere. Verso i vent’anni aveva già il suo piccolo giro: cinque o sei ragazze, per lo più tedesche, ma anche qualche polacca e rumena. Non si trattava di prostitute da strada, almeno, non proprio.”

“Sì, ricordo che lavoravano in vari locali alternativi. Compreso il Dark Friday?” intervenne Schneider.

“Anche, ma non solo. Da qualche anno lavoravano principalmente tramite internet. Un sito simile a quello delle Suicide Girls, ma non del tipo guardare-ma-non-toccare.”

Il commissario aggrottò la fronte: “Suicide Girls?” chiese. “Sarebbero ragazze che vogliono uccidersi?”

Baumann sorrise. “No, signore. Non so perché si chiami così, in realtà. È un sito dove, a pagamento, sono disponibili foto, hem, artistiche di ragazze discinte. La particolarità è che sono tutte ragazze… ecco, alternative. Con piercing e tatuaggi, con strane acconciature e così via.”

“Un sito pornografico?”

“Soft-core. Comunque il sito di Voigt non aveva niente di soft. Potevi telefonare e una delle ragazze ti raggiungeva o ti dava un appuntamento da qualche parte, spesso in un locale alternativo. Anche se dubito che i clienti fossero molto alternativi. Facevano bondage, S&M…”

Schneider scosse la testa, abbattuto.

“È meglio che cominci dall’ABC, ispettore.”

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