domenica 27 settembre 2009

Clamidia - 7

Sensi aveva passeggiato fino a Piazza Brin tallonato dal suo fantasma familiare. Essere seguito da quella sbiadita presenza come da un cane in cerca di cibo non contribuiva al suo buon umore.

L’aria della notte era umida e calda e la maglietta dei Neu! gli si attaccava al torace in modo sgradevole. Il raffreddore gli faceva percepire il mondo come attraverso un vetro.

Quando arrivò in Piazza Brin trovò che sulle panchine scagazzate dai piccioni stazionava un gran numero di abitanti in cerca di refrigerio. Dei bambini si rincorrevano in bici urlandosi frasi per metà in spagnolo e per metà in italiano, un gruppo di ragazzi si faceva girare una canna e alcuni anziani sembravano pronti a rendere l’anima immobili sui muretti delle aiuole.

La fontana al centro della piazza nebulizzava acqua tutto attorno, contribuendo a innalzare ulteriormente il tasso di umidità.

Il Bar Brin aveva la saracinesca mezza abbassata. Sensi si infilò al di sotto con un movimento fluido.

“Già in chiusura?” domandò.

Carmel era dietro il bancone, che stava finendo di sistemare le ultime cose, le luci erano abbassate.

“Es troppo caldo, Manno. Ma que…?”

Carmel aveva sollevato gli occhi dal bancone e ora stava guardando esattamente verso il fantasma di Hannele.

Sensi inarcò le sopracciglia.

“Es troppo caldo. Inizio ad avere le alucinación…i.” Non sembrava del tutto sicura di come comportarsi con quella parola.

“Allucinazioni,” ripeté Sensi, sorridendo. “Conosco almeno un rimedio contro il caldo,” aggiunse.

Carmel fece roteare gli occhi. “Anch’io, ma non ho i soldi per l’aire acondicionado.”

Sensi si sedette al bancone. “Una birra?” chiese.

Carmel gli stappò davanti una Ceres, poi appoggiò i gomiti sul ripiano, guardandolo con gli occhi socchiusi. Sensi non riuscì a impedirsi di notare che aveva un velo di sudore sulle spalle nude, mentre le guardava le tette nella scollatura.

Bevve un sorso di birra.

“Maria non c’è, se è quel che volevi sentirte dire,” disse Carmel, spontaneamente. Maria era la sua coinquilina.

“Mi sono beccato la clamidia,” ammise Sensi, in tono cupo. Lanciò un’occhiata irritata alla sua destra, poi bevve un’altra sorsata di birra. Carmel si mise a ridere. “Esta es la giustizia divina!”

“Chiaramente Dio deve ancora lavorare sul suo senso dell’umorismo,” replicò Sensi, abbattuto, e si soffiò il naso.

Carmel si sporse verso di lui. “Potea essere SIDA,” gli disse, seria.

Sensi non rispose.

“A volte vorrei sapere cosa ti rode,” aggiunse Carmel, in tono più morbido.

“Cazzo, pensavo che venire qua fosse una buona idea.”

“Magari es l’unica buona idea che hai avuto nell’ultimo mese,” replicò lei, continuando a fissarlo. “Manno… non sei mai stato juicioso…”

“Si dice assennato, Carmel.”

“…ma neanche loco in esta maniera. Se può sapere…”

“Mi ricordo male o eri tu a dire di non voler sapere niente?” la interruppe lui, posando la birra sul bancone con troppa forza.

“Es quel chico che hai matado?” continuò lei, senza ascoltarlo.

“Carmel.”

“E poi te ne sei scappato a Berlino, no? Molto maturo. A scopare dove se presentava l’ocasión. Tipico.”

Sensi sospirò. “Era solo un pompino. Ero sbronzo.”

“Oh, por que non c’era un lecho, certo.”

“Ok, grazie per la birra,” disse lui, scendendo dallo sgabello e appoggiando una banconota da cinque sul bancone. Carmel gli bloccò il polso con una mano.

“Non ho finito.”

Sensi la guardò in silenzio, senza provare a spostare la mano.

“Il punto, Manno, es che puoi vivere con esta cosa oppure no, ma non puoi stare nel medio. Se vuoi, come se dice? Expiar, se vuoi matarte da solo… chi te ferma? Ma se no devi fare un esfuerzo, devi lasciare quel chico dove ha deciso di metterlo Dio, en paraiso… o dall’altra parte.”

Sensi restò in silenzio ancora per qualche istante, con la faccia scura, poi spostò la mano e fece un passo indietro.

“Amen,” disse, con un mezzo sorriso di scherno, scivolando sotto la saracinesca.

Mentre se ne andava sentì il rumore di qualcosa che si rompeva, come se qualcuno avesse tirato un bicchiere contro la saracinesca, frantumandolo.

“Te odio!” gridò Carmel, dall’interno, ma Sensi era già lontano.

2 commenti:

paolo raffaelli ha detto...

Ma quanto mi piacciono i tuoi dialoghi! :D

Susanna Raule ha detto...

oh, sì. piacciono un sacco anche a me. :)