domenica 26 luglio 2009

L'appartamento di sopra - 18

A svegliarlo fu una sensazione di umidità su una guancia. In un primo momento pensò che un cane gli stesse leccando la faccia, ma non appena si ricordò di essere in un letto del reparto psichiatrico iniziò a pensare che era molto strano che avessero lasciato entrare un cane.
Socchiuse cautamente gli occhi.
Sopra di lui c’era la faccia paffuta di una vecchietta sdentata e sorridente.
“Il principino si è svegliato!” esclamò, deliziata.
Sensi si prese un istante per analizzare la situazione. La vecchietta probabilmente non era così vecchia, doveva essere sulla sessantina. Indossava una larga vestaglia di flanella a fiori arancioni e aveva corti capelli grigi. Gli stava sorridendo in modo estatico.
“Hem… sì, signora, mi sono…” provò a dire, ma la donna si chinò di nuovo su di lui e gli leccò il lato della faccia.
“Guardi, le giuro che sono sveglio…” brontolò Sensi, spingendola indietro proprio come avrebbe fatto con un cane.
“Ora ti porto una bella colazione, principino!” disse la tizia e Sensi ebbe il sospetto che l’avrebbe leccato di nuovo. Chiara, nel frattempo dormiva tranquillamente.
“Ehm, non importa signo-”
“Che cosa succede qua?”
Sensi spostò lo sguardo sulla porta e la tizia con la vestaglia a fiori si girò di scatto. La dottoressa Pagano li osservava con un certo cipiglio.
“Questa è la sua stanza, Agnese?” interpellò la signora con la vestaglia, in tono severo.
“No, dottoressa,” sorrise l’altra, con aria innocente.
“E non abbiamo detto che leccare le persone non è educato?”
La signora, chiaramente, sapeva di essere nel torto, perché non rispose.
“Torni in camera sua,” concluse la psichiatra. La signora Agnese se ne andò, un po’ mogia. “In quanto a lei, commissario,” aggiunse la dottoressa, “questa mattina è arrivata la revoca del TSO. Si può portare via la sua testimone dopo il giro di visite.”
La dottoressa Pagano sospirò. “Lasci che le dica che i suoi metodi non mi piacciono per niente.” Poi fece un piccolo sorriso, addolcendosi un po’. “Ma condivido i suoi gusti architettonici.”
Sensi rimase a fissare la porta vuota per qualche secondo, prima di sorridere a sua volta.

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