giovedì 23 luglio 2009

L'appartamento di sopra - 13

“Brucia,” disse il commissario, cercando di ritrarre la mano.
“Ma figurate. È solo acqua ossigenata.”
Carmel gli tenne fermo il polso e versò sulla sua ferita un altro po’ del liquido bruciante che sosteneva non gli avrebbe fatto alcun male. Sensi guaì come un cagnolino.
“È possibile che un hombre cresciuto come te faccia tutte este storie?”
“Ma brucia…” si lamentò il commissario.
Erano seduti sul divano di casa sua e Carmel gli teneva il polso fermo contro il tavolino laccato di nero del salotto.
“Non fare el niño.”
“In italiano si dice bambino,” ribatté, l’altro, piccato.
Carmel non lo ascoltò nemmeno. Tappò la boccetta dell’acqua ossigenata e sparì in bagno. Poco dopo riemerse con una confezione di bende in mano.
A Sensi sarebbe piaciuto molto essere uno di quegli uomini che sopportano stoicamente il dolore, ma di fatto non lo era. Per di più, lamentarsi lo faceva sentire meglio.
Quando aveva l’influenza sembrava che stesse per morire da un momento all’altro e quando si faceva male piagnucolava finché non veniva consolato. Il fatto che spesso riuscisse a trovare chi lo consolasse dimostrava che era una strategia vincente.
“Da’ qua,” disse Carmel e, prima che l’altro potesse opporsi, afferrò nuovamente il suo polso e iniziò a bendargli la mano. A rigor di logica non avrebbe dovuto fargli alcun male, ma Sensi piagnucolò un po’ lo stesso.
“Oh, forza!” lo rimproverò lei, e fermò la benda con una clip con più energia del necessario.
“Hai finito?” recriminò Sensi, riprendendosi la mano. Provò a muovere le dita. Come volevasi dimostrare, il palmo gli faceva male.
“Questa cosa di essere al servizio dei cittadini è una fregatura colossale, l’ho già detto?”
“Solo un milione di volte.”
“Io soffro e tu che cosa fai? Mi prendi in giro. Sei una donna senza cuore.”
“E tu sei un hombre senza cojones.”
Sensi ridacchiò.
“Non provarce nemmeno!” lo mise in guardia Carmel, ma sorrideva anche lei.
“Oh, ma dai… sono ferito, sono sofferente, non potrei mai…”
Carmel si alzò. “Devo andare al bar,” disse, recuperando la borsetta.
“E mi lasci qua solo e ferito?”
Il sorriso di lei si allargò bianco e un po’ canzonatorio.
“Esatto,” concluse.
Sensi la guardò uscire dal suo appartamento con aria incredula.
Il mondo era davvero un luogo ingiusto e crudele.

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