mercoledì 15 luglio 2009

L'appartamento di sopra - 1

Il commissario Ermanno Sensi non era portato per le relazioni sentimentali lunghe e durature. Per usare un eufemismo, non erano il suo forte. Per dire tutta la cruda verità, in campo sentimentale era un disastro.
Non che non si impegnasse… no, in realtà non si impegnava affatto, ma il problema era più profondo. Per prima cosa non lo considerava un problema.
Era consapevole di non essere una persona affidabile e non ne faceva mistero. Le sue partner solitamente non apprezzavano questa sua schiettezza. Sensi si chiedeva se dichiarando amore eterno in totale cattiva fede le cose sarebbero migliorate.
Probabilmente, tutto sommato, sì, ma Sensi era troppo distratto per ricordarsi di sostenere le sue buone intenzioni giorno e notte, per non cascare nelle domande a trabocchetto o, semplicemente, per non fregarsene del tutto.
Che, in effetti, nella sua vita ci fossero una serie di eventi ricorrenti collegati alla sua disordinata vita sentimentale, gli fu provato ancora una volta una sera, all’uscita del cinema.
Il commissario non era un appassionato del grande schermo. Non conosceva i nomi degli attori più in voga e non scaricava i film in anteprima da internet.
Però, ogni tanto, al cinema ci andava. Meglio se da solo. Se poi era appena uscito l’ultimo film di Tim Burton si sentiva praticamente obbligato.
Qualche anno prima in città aveva aperto il primo esemplare di Mutiplex.
In realtà non era il primo esemplare in assoluto. Tempo addietro, con tipico spirito di approssimazione spezzino, avevano provato a trasformare un cinema grande in un multisala piccolo. Forse a causa del fatto che le immagini traballavano come un vecchio col Parkinson, prendevano strane sfumature di colore ed erano costantemente sfuocate, l’esperimento non aveva avuto il successo sperato.
Così avevano aperto un vero Multiplex, da dieci sale, con l’aria condizionata, il pop-corn e il vasto parcheggio esterno. La popolazione intellettuale l’aveva immediatamente osteggiato, ma la popolazione intellettuale non era esattamente il target del Multiplex, e in città non era neanche molto rappresentata. Tutti gli altri erano accorsi a frotte.
Sensi era appena uscito dallo spettacolo di mezzanotte, che finiva verso le due, e stava meditando di dirigersi verso l’altra pietra dello scandalo cittadina, il McDonald vicino al cinema, quando il suo cellulare aveva iniziato a suonare.
Il numero non era associato a nessun nome della rubrica, così Sensi, ingenuamente, rispose.
“Ermanno? Stavi dormendo?”
La voce era quella di Chiara, una tizia con cui Sensi aveva fatto un po’ di esercizio da letto la settimana precedente.
“Se fossi stato addormentato probabilmente non avrei risposto,” disse, cercando di fare buon viso a cattiva sorte. Visto che Chiara aveva gambe lunghe, tette grandi e una discreta propensione al contorsionismo poi, in fondo la sorte poteva anche non essere così cattiva.
“Qua è successa una cosa… non sapevo chi chiamare.”
Sensi aprì la sua jeep e si sedette al volante, senza mettere in moto.
“Che cosa?” chiese, iniziando a cercare un chewinggum o qualcosa per eliminare il gusto di pop-corn dalla bocca.
“Sai quei due tizi del piano di sopra… quelli finocchi?”
Sensi aveva la vaga cognizione che lei, in qualche momento, gli avesse parlato dei suoi vicini. Come un po’ tutto il resto di quel che gli aveva detto, il suo cervello aveva iniziato a rimuoverlo nel momento stesso in cui lo stava ascoltando. “Sì?” disse, in ogni caso.
“Ho sentito delle urla. Litigavano.”
“Eccitante,” commentò lui, con l’aria di chi troverebbe più eccitante un documentario sulle foche monache.
“E poi più niente. Si è sentito come… uno schianto.”
“Uno schianto tipo un mobile che cade o uno schianto tipo un colpo di pistola?”
L’altra ci pensò per qualche istante.
“Più tipo un mobile, credo.”
Sensi ebbe una fugace visione di due tizi che litigavano e che, poi, presi improvvisamente dalla passione, facevano sesso animalesco facendo cadere un mobile. Poi, visto che entrambi erano uomini, si sarebbero addormentati di schianto tutti e due. Solo le donne diventavano comunicative nella fase post-coito.
“Allora puoi telefonare alla polizia e denunciarli per schiamazzi notturni.”
“Verrà qualcuno a controllare?”
“Certo che no.”
Ci fu un altro silenzio.
Sensi sospirò. “Oppure posso venire a controllare io,” si offrì, non esattamente entusiasta dell’idea.
“Oh, grazie, sarei molto più tranquilla,” disse l’altra.
Sensi trovò finalmente il chewingum, se lo infilò in bocca e avviò il motore.
“Se non sono morti dovrai pagare per la chiamata notturna,” specificò.

3 commenti:

paolo raffaelli ha detto...

Anche io sono consapevole di non essere una persona affidabile. Consapevolezza recente d'altronde. Da un po' non ne faccio mistero, salvo che con l'unica che dovrebbe saperlo...

Bell'inizio. :)

Susanna Raule ha detto...

mh. basta che sai anche che l'unica potrebbe reagire molto male, quando lo scoprirà.
e le donne finiscono SEMPRE per scoprirlo.

Luca Bonisoli ha detto...

E vai che si riparte!
Mi piace molto come riesci a partire da un argomento qualsiasi, girarci intorno un po', poi di colpo agganciarti agli eventi della storia.