giovedì 11 giugno 2009

Una linea d'ombra - 8

Sensi dormiva. Non dormiva proprio beatamente, ma dormiva sodo, con la faccia schiacciata contro il cuscino del suo letto singolo, circondato dai suoi vestiti sporchi, dai suoi dischi e dai suoi libri.
Anche se era già mezzogiorno passato non era assolutamente pronto per svegliarsi.
Purtroppo il suo telefono di casa non aveva alcun rispetto per questo sentimento, e si mise a suonare senza preavviso.
Ovviamente Sensi tentò di ignorarlo, ma il telefono continuò.
Sperò ardentemente che Salvemini non volesse un altro rendez vous. Due mattine di seguito con Salvemini probabilmente l’avrebbero costretto a passare dal Prozac all’eroina e Sensi non era ansioso di passare all’eroina.
Si arrese all’evidenza che il telefono avrebbe continuato a suonare ininterrottamente finché non avesse risposto e afferrò il cordless per portarselo sotto alle coperte.
Rispose senza dire una parola.
“Ermanno?” gli giunse la voce di Tudini.
“No, sono cameliela cinese. Io lascia massaggio, sì?”
“Ermanno, devi venire subito.”
Sensi sospirò. “Dove?” provò a chiedere.
La risposta non gli piacque per niente.

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