mercoledì 17 giugno 2009

Una linea d'ombra - 16

Fuori l’aria era fredda e umida, uno standard spezzino. Ancora non aveva piovuto, ma forse più tardi avrebbe nevicato. Sensi sperava di no. A Spezia nevicava una volta ogni tre anni, ma quando succedeva le strade diventavano un inferno completo. Roba che in confronto la famosa rotonda a sette giri inglese sembrava un gioco per bambini.
Mentre si immetteva nel traffico normalmente infernale delle sette di sera, Sensi telefonò a Tudini.
Davanti a lui una Punto in tripla fila si lanciò improvvisamente in mezzo alla strada, rischiando di investire dei pedoni che avevano avuto l’ardire di provare ad attraversare sulle strisce.
“Max?” chiese Sensi, quando l’ispettore rispose, “hai mica parlato con un certo Davide Nicosia, oggi pomeriggio?”
Sensi sentì che l’altro sfogliava un taccuino.
“No, Ermanno. Non era in casa. Riprovo domani. Concluso qualcosa?”
“Metti qualcuno a sorvegliare l’appartamento.”
“Di Nicosia?”
“No, del Mago Silvan.”
“Pensi che sia stato lui?”
“Be’, come fai a fidarti di uno che di mestiere uccide canarini?”
Il silenzio di Tudini lo avvertì che l’ultima battuta non era alla sua altezza. “Non Nicosia, naturalmente. Quelli che uccidono i canarini sono gli illusionisti. Quando il canarino scompare dalla gabbietta, hai presente? In realtà la gabbietta si chiude come una fisarmonica e il canarino rimane spiaccicato dentro.”
“Ah, ma Nicosia non è un illusionista.”
“No, in effetti no.”
Tudini ci pensò ancora per qualche secondo. “Quindi non ha ucciso nessun canarino,” disse, alla fine.
“No, credo che abbia ucciso Erica,” rispose Sensi, prima di riattaccare.
Doveva vomitare di nuovo.

2 commenti:

Luca Bonisoli ha detto...

Con tutte le volte che Ermanno vomita, se si trattasse di una telenovela come minimo dovrebbe essere incinto... ^__^
Questo racconto mi piace parecchio. Brava, Continua così!

Susanna Raule ha detto...

grazie luca, meno male che ci sei tu!