lunedì 11 maggio 2009

Sette, morto che parla - 22

Avrei voluto far presente a Carmel che il suo era un ricatto sessuale, ma sentivo che in qualche modo aveva ragione.
Dovevo smetterla di pensare al mio pisello e iniziare a pensare a quelle povere ragazze squartate. Il fatto è che nel mio mestiere uno diventa cinico molto velocemente – o forse, pensandoci meglio, uno cinico lo è già quando comincia, ed è il motivo per cui si trova tanto bene in polizia.
In ogni caso dovevo mettermi a riflettere seriamente sulla faccenda del sette.
Perché il nostro amichetto era fissato con questo numero? A parte il fatto che era suonato, ci poteva essere qualcosa a cui potessi arrivare anch’io?
Nei film c’è sempre una soluzione che salta agli occhi, nel nostro caso poteva essere che lo squartatore fosse rimasto sconvolto dall’avere 777 come inizio del numero del cellulare. Forse aveva sette sorelle (in questo caso capivo che fosse venuto fuori un po’ spostato). Forse era nato il sette luglio (sempre meglio che nascere il quattro, almeno a dar retta alla filmografia ufficiale).
Forse era il momento di controllare l’intera pletora di cazzate, dettaglio per dettaglio, indipendentemente da quanto l’idea potesse sembrare demente.

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